19 Mag 19/5 ISMEA: boom delle uova, ma solo se allevate a terra o all’aperto
Crescono gli acquisti di uova in Italia anche se ad aumentare è soprattutto il valore della spesa, che denota un orientamento del consumatore verso prodotti caratterizzati da standard qualitativi e di benessere animale più elevati. Secondo un’analisi dell’ISMEA elaborata in occasione delle imminenti Festività Pasquali, nel 2018 le uova hanno messo a segno un balzo record degli acquisti in valore (+15% sul 2017) a fronte di un incremento molto più contenuto delle quantità (+1,7%).
Più nel dettaglio la dinamica degli acquisti in volume denota tendenze contrapposte tra le uova provenienti da allevamenti in gabbie arricchite (che rappresentano ancora il 42% dell’offerta al consumo) e registrano una flessione delle vendite del 19% e le produzioni con un percepito etico-salutare più alto. Le uova da allevamento a terra (al momento preponderanti nell’offerta della Gdo) hanno incrementato infatti i volumi del 28%, le uova bio del 12% e quelle da allevamento all’aperto, pur rappresentando ancora una piccola fetta nella distribuzione moderna, hanno messo a segno una crescita del 25%.
Mediamente in Italia il consumo nazionale di uova è pari a 13,4 Kg pro-capite, leggermente sotto la media europea. In pratica ogni italiano mangia in totale all’incirca 214 uova all’anno, fra consumo diretto e indiretto, considerato che il 40% del prodotto è utilizzato nell’industria alimentare sotto forma di ovo-prodotti.
Quanto a produzione, l’Italia con le sue 772 mila tonnellate di uova da consumo prodotte ogni anno, riesce a soddisfare interamente il fabbisogno nazionale e si posiziona al quarto posto in ambito comunitario, dopo Francia, Germania e Spagna. Più della metà di questa produzione è concentrata nel Nord Italia con il Veneto (26%) che guida le statistiche, seguita da Lombardia (25%) e Emilia Romagna (17%). Al Sud è la Sicilia a rappresentare il polo di riferimento con il 6% della produzione nazionale.