05 Feb Giornata dello spreco alimentare, più virtuosi con il lockdown
Secondo i nuovi dati raccolti dai Waste Watcher International Observatory con Distal Unibo, su rilevazioni IPSOS in vista dell’8^ Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare che si celebra, venerdì 5 febbraio e che ha come tema centrale “una salute, un pianeta” è diminuito in Italia lo spreco alimentare tra le mura domestiche con l’arrivo della pandemia e dei vari periodi di lockdown.
Nel 2020 infatti sono stati buttati 27 kg di cibo a testa (529 grammi a settimana), l’11,78% in meno rispetto al 2019 con un risparmio di 376 milioni di euro. Sono comunque andati in fumo 10 miliardi di euro se, oltre agli sprechi in cucina, si considerano le perdite in campo e nel commercio.
L’appuntamento è stato promosso dalla campagna Spreco Zero con il Ministero dell’Ambiente e con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri, del World Food Programme Italia, di Anci e della rete di Comuni Sprecozero.net.
Secondo quanto scrive fondazionesvilupposostenibile.org, dello spreco alimentare ne risentono in maniera pesante ambiente e bilancio domestico. L’85% degli intervistati da Ipsos si preoccupa delle conseguenze economiche dello spreco e l’83% è consapevole che gettare il cibo è moralmente sbagliato perché è un cattivo esempio per i figli (84%) e che ha delle conseguenze in termini di impatto ambientale e inquinamento (77%).
Gli sprechi alimentari sono responsabili del 6% delle emissioni di gas serra della dispersione di 253 Km3 di acqua potabile (solo in agricoltura). Mentre, come spiega la Fao, 1.4 milioni di ettari di terreno coltivabile viene utilizzato per produrre cibo che non verrà mai mangiato (ovvero il 28% della superficie terrestre destinata all’agricoltura), contribuendo in modo significativo alla perdita di biodiversità
A livello mondiale, sempre secondo la Fao, sono 1.6 miliardi le tonnellate di cibo che vengono sprecate ogni anno. Un terzo della produzione alimentare globale. L’istituto di consulenza statunitense Boston Consulting Group (Bcg) ha previsto che di questo passo per il 2030 ci sarà un aumento degli sprechi alimentari del 40%. Arriveremo quindi a sprecare 2,1 miliardi di tonnellate di cibo all’anno che ci costeranno 1,5 trilioni di dollari.
Nel pacchetto di Direttive Ue per l’economia circolare per attuare a una strategia contro gli sprechi alimentari vengono introdotti target di riduzione degli sprechi del 30% al 2025 e del 50% al 2030. La Fondazione per lo sviluppo sostenibile ha inserito la riduzione degli sprechi come obiettivo per migliorare la sostenibilità della filiera agroalimentare e ridurre le emissioni di CO2.
Il report di Waste Watchers verrà presentato venerdì alle 11.30 su Youtube in occasione della Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare. Il Forum online è una iniziativa della campagna “Spreco Zero” di Last Minute Market e ha il patrocinio del ministero dell’Ambiente, del ministero degli Affari Esteri, del World Food Programme Italia, di Anci e della rete di Comuni Sprecozero.net.