23 Feb Fare ricerca in Italia: il bando per il rientro dei cervelli
A disposizione ci sono oltre 24 milioni di euro per attrarre i ricercatori vincitori di borse ERC – soprattutto italiani all’estero – nelle università e negli enti pubblici di ricerca italiani.
Borse ERC: tanti italiani partecipano ma vanno all’estero
Guardando le statistiche dell’European Research Council sugli ultimi bandi per Advanced grant, Consolidator grant e Starting Grant il quadro è chiaro: i ricercatori italiani sono tra i primi beneficiari delle borse ERC, mentre l’Italia è scelta più raramente – rispetto a Germania, Francia e Regno Unito – per fare ricerca.
Con riferimento al bando ERC Starting Grant 2020, l’Italia è al decimo posto per numero di università selezionate (20), mentre è seconda – dopo la Germania – per il numero di ricercatori ammessi (53).
Una situazione analoga si è verificata con il bando ERC Consolidator Grants 2020, dove l’Italia è nona con 17 università selezionate, e prima per numero di ricercatori vincitori di borse ERC (47).
Per gli Advanced Grants, le statistiche disponibili sul sito dell’ERC fanno riferimento al 2019: anche in questo caso l’Italia è settima per numero di università selezionate (11) e quarta per numero di ricercatori (14).
Cosa finanzia il bando Fare ricerca in Italia?
Giunto alla sua terza edizione, il bando FARE Ricerca in Italia permettere a università ed enti pubblici di ricerca di garantire un finanziamento aggiuntivo a favore dei ricercatori che abbiano vinto bandi del Consiglio Europeo per la Ricerca (ERC) e che abbiano scelto come sede principale di svolgimento della loro ricerca l’istituzione italiana beneficiaria.
I soggetti ammessi a presentare la proposta progettuale sono i Principal Investigator vincitori di grants ERC (Starting grant, Consolidator grant o Advanced grant), nell’ambito del programma di finanziamento UE per la ricerca e l’innovazione Horizon 2020, che abbiano scelto una host Institution italiana. I beneficiari del contributo, invece, sono le università e le istituzioni universitarie con sede operativa in tutto il territorio nazionale.
I progetti presentati devono avere un carattere di aggiuntività rispetto alle attività finanziate dall’ERC e prevedere un investimento che abbia una consistenza finanziaria pari ad un massimo del 20% della sovvenzione riconosciuta dal Consiglio Europeo per la Ricerca, riproporzionato in funzione del tempo residuo del progetto ERC, e comunque non oltre l’importo di 500mila euro.
Il contributo a fondo perduto può essere concesso fino ad un massimo del 100% delle spese totali ammissibili dei progetti.
Il termine ultimo per presentare i progetti è fissato alle ore 12.00 del 30 aprile 2021.
Le risorse disponibili ammontano complessivamente ad oltre 24,2 milioni di euro, al lordo del 3% per le attività di monitoraggio e valutazioni dei progetti, a valere sul Fondo investimenti ricerca scientifica e tecnologica (FIRST).
Fonte: fazi.biz