06 Mar 12 mesi di pandemia e restrizioni: persi 183 miliardi di PIL e 137 miliardi di consumi
Dopo l’emergenza sanitaria la catastrofe economica. Il dossier predisposto da Confesercenti “Le imprese nella pandemia: marzo 2020 – marzo 2021” scatta la fotografia di cosa è successo, dal punto di vista economico, in Italia a quasi un anno di distanza dalla proclamazione del lockdown (9 marzo 2020).
E il totale fa onestamente paura: una riduzione di -183 miliardi di euro del Pil e di -137 miliardi per i consumi – di cui 36 da addebitare all’assenza di turisti; abbastanza da riportare la spesa ai livelli del 1997, un passo indietro di 24 anni. Una catastrofe che ha già ‘licenziato’ 262mila lavoratori autonomi e che non è ancora terminata: se non arriveranno sostegni adeguati, nel 2021 rischiano di cessare l’attività 450mila imprese, per una perdita di circa 2 milioni di posti di lavoro.
Una situazione aggravata dall’eccesso di ‘pandeburocrazia’ creata per fronteggiare l’emergenza – si legge nel dossier -. Sono infatti oltre 1000 gli atti e i provvedimenti nazionali e di carattere periferico emanati per contrastare la diffusione del Covid-19 e arginarne gli effetti sanitari ed economici. Una mole di disposizioni che ha generato ritardi e confusione.
Gli aiuti diretti alle imprese, inoltre, si sono rivelati pochi: i contributi a fondo perduto ammontano in totale a poco più di 10 miliardi di euro, insufficienti a coprire le perdite sostenute dal tessuto produttivo: in questi dodici mesi le imprese hanno perso 148 miliardi di euro di valore aggiunto, di cui 65 ascrivibili al Commercio, gli alberghi e la ristorazione. Tra crisi prolungata – e ristori ancora insufficienti – le attività economiche sono ormai al limite, bisognose di una terapia intensiva. Complessivamente, stimiamo siano a rischio chiusura nel 2021 circa 450mila imprese, con oltre 2 milioni di addetti tra dipendenti ed indipendenti, di cui la metà nei servizi e nel turismo. Tra queste, l’impatto della crisi potrebbe essere particolarmente forte per Bar e Ristoranti (-51.085 a fine 2021) e negozi di abbigliamento (-14.881).
La ripresa – conclude il rapporto – dipende fortemente dalla normalizzazione della spesa delle famiglie e dall’entità delle restrizioni che verranno applicate alle attività economiche. Fondamentale, quindi, sarà l’esito della campagna vaccinale: se il rafforzamento annunciato dal nuovo esecutivo dovesse avere successo, il trend potrebbe essere invertito rapidamente. In particolare, secondo le stime elaborate da Confesercenti, sarebbero finalmente possibili stabili recuperi di attività, portando a guadagnare nel 2021, tra aprile e dicembre, 20,3 miliardi di Pil e 12 miliardi di consumi.