08 Mar Agenda per il Mediterraneo: un programma ambizioso per la UE
Lo scorso 9 febbraio la Commissione europea e l’Alto rappresentante hanno adottato una Comunicazione congiunta (e il relativo “Piano economico e d’investimento per i vicini meridionali”) che propone un ambiziosa e innovativa nuova Agenda per il Mediterraneo da 7 miliardi di euro.
I fondi sono quelli del nuovo programma europeo NDICI e saranno usati anche per lanciare, appunto, un Piano di investimenti economici per stimolare la ripresa socio economica a lungo termine nel vicinato meridionale che potrebbe arrivare a mobilitare 30 miliardi di investimenti nei prossimi 10 anni.
Le 5 aree dell’Agenda per il Mediterraneo
Con 7 miliardi a disposizione, l’Agenda si pone obiettivi ambiziosi e trasversali che vanno dalla lotta ai cambiamenti climatici, alla promozione della pace e della sicurezza nella regione. Sul piano pratico l’Agenda è divisa in 5 aree di intervento, ognuna delle quali prevede già delle iniziative faro (Flagship) concrete elencate nel Piano economico e d’investimento per i vicini meridionali.
Sviluppo umano, buongoverno e Stato di diritto
La prima area rinnova l’impegno comune a favore della democrazia, dello Stato di diritto, dei diritti umani e della governance responsabile. Scorrendo il testo, tra i progetti figurano gli investimenti nell’educazione (incluso il vocational training) e lo sviluppo&attuazione di iniziative di riforma della pubblica amministrazione che mirano a rafforzare la prevedibilità, la trasparenza e la responsabilità del quadro giuridico e delle istituzioni.
Resilienza, prosperità e transizione digitale
La seconda macro-area di intervento mira a sostenere economie resilienti, inclusive e connesse che creino opportunità per tutti, specialmente per le donne e per i giovani. L’area prevede 5 Flagship che vale la pena elencare: Resilient economies; Sustainable economies; Connected economies; Inclusive economies; Digital transformation, research and innovation.
Per quanto riguarda le iniziative concrete, si va – solo per citarne alcune – dal cofinanziamento degli investimenti finanziati dal Fondo per gli investimenti strategici (SIF) del Marocco, al sostegno agli sforzi dell’Algeria per sviluppare un’economia verde e circolare per ottimizzare la conservazione e la protezione dell’ambiente e l’uso sostenibile delle risorse naturali (anche nei settori dell’agricoltura e della pesca e nella gestione sostenibile degli stock ittici).
Nella Flagship “Connected economies” l’UE sosterrà (tra gli altri): a livello regionale il potenziamento di infrastrutture utili per il commercio e molti hub logistici (in modo da favorire l’integrazione con altre regioni, compreso il Medio Oriente e l’Africa subsahariana). A livello di singoli paesi, invece, si evidenzia lo sviluppo di infrastrutture di trasporto pubblico sostenibili in Egitto.
Non dovrebbero mancare neanche interventi di sviluppo economico, come ad esempio il Piano di sostegno integrato per rafforzare le istituzioni finanziarie bancarie e non bancarie, prevedendo anche iniziative di finanziamento per le micro piccole e medie imprese.
Infine per l’ultima Flagship, sul fronte della digitalizzazione, innovazione e ricerca preme sottolineare che, nel contesto del partenariato digitale UE-Marocco, Bruxelles supporterà il Marocco a diventare un membro associato al programma Horizon Europe, mentre con un partner come Israele sarà invece ulteriormente intensificata la cooperazione.
Migrazione e mobilità
Quest’area, invece, mira ad affrontare insieme le sfide degli sfollamenti forzati e della migrazione irregolare e agevolare percorsi legali e sicuri per la migrazione e la mobilità.
Transizione verde: resilienza climatica, energia e ambiente
La quarta area dell’Agenda ha l’obiettivo di proteggere le risorse naturali della regione e generare una crescita verde, sfruttando le potenzialità di un futuro a basse emissioni. In questo caso le iniziative si dipaneranno tra 4 flagship: Green Growth and climate action; Energy transition and energy security; Resource efficiency, including water and waste management, and biodiversity; Sustainable food systems, agriculture, and rural development.
Su un piano più concreto si va dall’esplorazione di opportunità di sviluppo di strumenti finanziari innovativi come i Green bonds in linea con le nuove regole europee sulla tassonomia, al sostegno ad un’agricoltura e ad un’acquacultura resiliente ai cambiamenti climatici attraverso, ad esempio, l’impiego di tecniche moderne di erogazione.
Diversi inoltre i progetti a livello di singolo paese sia per il settore energetico, sia per quello della gestione dei rifiuti e delle acque reflue.
Pace e sicurezza
Infine c’è il tema della pace e della sicurezza che sottende qualsiasi strategia di sviluppo stabile della regione. Per questo l’Agenda ha definito un’area specifica, con l’obiettivo di fornire sostegno ai paesi per affrontare le sfide in materia di sicurezza e trovare soluzioni ai conflitti in corso.
Come nasce la cooperazione UE-Mediterraneo
A 25 anni dalla Dichiarazione di Barcellona che, nel 1995, ha varato il partenariato euromediterraneo con l’intento di creare un’area di pace, prosperità comune e scambi umani e culturali, la nuova Agenda per il Mediterraneo guiderà la politica dell’UE nei confronti della regione nei prossimi anni. Nel mezzo troviamo:
- L’avvio nel 2004 della politica europea di vicinato e inclusione dei paesi mediterranei per migliorare la prosperità, la stabilità e la sicurezza di tutti;
- Nel 2005 la creazione della Fondazione Anna Lindh per il dialogo tra culture nella regione euromediterranea;
- Nel 2008 la creazione dell’Unione per il Mediterraneo (UpM) al vertice di Parigi per il Mediterraneo.
Nel 2024 la Comunicazione congiunta sulla nuova Agenda per il Mediterraneo subirà un riesame intermedio.
fonte: Fasi.biz