02 Dic Evasione, i paradisi offshore costano 427 miliardi di dollari
Ogni anno gli Stati perdono 427 miliardi di dollari in risorse pubbliche a causa di pratiche elusive ed evasione fiscale. Che detto in un altro modo, nel bel mezzo di una pandemia che sta mettendo a dura prova le economie e i servizi sanitari nazionali di tutto il mondo, per i Governi significa perdere la possibilità potenziale di pagare lo stipendio annuo a 34 milioni di infermieri. È il grande costo globale del dirottamento di redditi, patrimoni e asset verso i paradisi fiscali perpetrato ogni anno a danno dei bilanci pubblici da imprese e privati, secondo i calcoli di Tax Justice network. Nel report State of Tax Justice 2020, pubblicato lo scorso 20 novembre, gli analisti del network di ricerca britannico hanno utilizzato e rielaborato i dati aggregati del Country by country reporting rilasciati lo scorso luglio dall’Ocse per determinare quanto gettito fiscale va perso ogni anno in tutto il mondo grazie alla distrazione in lidi offshore di utili, patrimoni e redditi personali da parte del mondo del business e dei privati.
I numeri del report
Dei 427 miliardi di dollari annui in tasse sottratte al Fisco, 245 miliardi di dollari sono attribuibili alle pratiche elusive realizzate dalle corporation, mentre le tasse sottratte al Fisco dai privati raggiungono i 182 miliardi. Per rendere il conto con il Fisco complessivamente più leggero, Tax Justice network valuta che le società multinazionali trasferiscono ogni anno oltre 1,3 miliardi di utili dalle giurisdizioni di provenienza a paradisi fiscali o destinazioni che presentano un carico fiscale particolarmente light. Dal canto loro, i privati riescono a spostare offshore, e quindi a sottrarre alle amministrazioni fiscali di origine, circa 10mila miliardi di dollari di redditi e patrimoni soprattutto attraverso operazioni finanziarie di vario tipo.
Le destinazioni più ambite per i tesori nascosti
Ma quali sono gli approdi più ambiti per sottrarsi al Fisco? Il primo “porto” sono le Isole Cayman, che da sole attirano il 16,5% dei flussi, circa 70 miliardi di dollari. A dovuta distanza, le altre destinazioni favorite: Gran Bretagna (9,3%, circa 42 miliardi), Paesi Bassi (8,5%), Lussemburgo (6,5%) e Stati Uniti (5,5%).
Uno screening Paese per Paese
È la prima volta, spiega l’organizzazione, che è stato possibile realizzare rilevazioni Paese per Paese. Questo perché gli analisti di Tax Justice network hanno potuto giovare della preziosissima fonte di dati del Country by country reporting, che l’Ocse ha reso disponibili lo scorso luglio in forma aggregata e anonimizzata: si tratta di dati dichiarati direttamente dalle multinazionali alle amministrazioni fiscali di competenza, che poi sono confluiti nella rete dagli scambi di informazioni tra Paesi. Rielaborando queste informazioni, l’organizzazione ha potuto ricostruire la perdita di gettito fiscale per singolo Paese: per esempio, per gli Stati Uniti la perdita di gettito ammonta a 89 miliardi di dollari l’anno, mentre per l’Europa nel suo complesso di tratta di una perdita di 184 miliardi, di cui 35 miliardi di dollari solo per la Germania e oltre 20 miliardi per la Francia.
Per quanto riguarda l’Italia, Tax Justice network calcola minori introiti per 12,38 miliardi di dollari annui, che deriverebbero per 8,8 miliardi da abusi sulla tassazione delle società e per 3,8 miliardi dall’evasione offshore dei contribuenti “persone fisiche”. Utilizzando il concreto parallelismo dell’inizio, il mancato gettito corrisponde a un 9% della spesa sanitaria e allo stipendio annuale di 379.380 infermieri.
Evasione fiscale, elemento di disuguaglianza
In generale Tax Justice network valuta che dai Paesi più ricchi (vale a dire con Pil più alto) deriva il 98% delle imposte evase, pari a 419 miliardi di dollari, contro i soli 8 miliardi di perdita generata nei Paesi a basso reddito. Parallelamente, sono gli stessi Paesi più ricchi a perdere la maggiore fetta di entrate fiscali (382,7 miliardi di dollari) rispetto ai Paesi a basso reddito (45 miliardi di dollari). Ma bisogna considerare, specifica il report, che questa mancanza di gettito nei Paesi più poveri pesa l’equivalente di quasi il 52% della spesa pubblica mentre per i ricchi il peso scende all’8%. Rispetto al gettito fiscale effettivamente riscosso, la fetta delle entrate perse è l’equivalente del 5,8% del gettito fiscale effettivo, a fronte del 2,5% dei Paesi ad alto reddito. Come dire, l’evasione fiscale proporzionalmente danneggia molto di più le economie più deboli.