10 Mar Iata travel pass, in attesa del passaporto vaccinale e il rilancio del turismo
Mentre i governi discutono della realizzazione di un passaporto vaccinale, probabilmente l’unica arma nel breve/medio periodo che possa far ripartire il turismo e il traporto passeggeri, dal mondo del trasporto aereo arriva la novità dello “Iata travel pass”.
Alexandre de Juniac, direttore generale della Iata, spiega: “Non è un passaporto vaccinale. Ma un supporto decisivo per la riapertura in sicurezza delle frontiere. Bisogna estendere in modo massiccio i test rapidi prima del volo, per avere voli Covid tested ed eliminare le quarantene per chi fa voli internazionali”.
Cos’è il “travel pass?” E’ una applicazione digitale che si può scaricare sul telefonino e serve a prenotare i test o i tamponi anti-Covid prima di un volo, a ricevere i certificati dei controlli sanitari e a condividerli con la compagnia aerea.
Tutto in mancanza di ufficiali criteri comuni, però. Un limite che de Juniac comprende molto bene: “Sia chiaro, non chiediamo che sia obbligatorio vaccinarsi per prendere un volo. Queste sono decisioni che spettano ai governi. Sarebbe importante stabilire dei criteri globali comuni e omogenei, sia per i certificati dei test sia per quelli dei vaccini, cosa che oggi purtroppo non riscontriamo”.
Si comincia il 15 marzo, come comunica la Iata: “Singapore Airlines sarà la prima compagnia mondiale a sperimentare la piena soluzione dello Iata travel pass, comincerà con i passeggeri che viaggiano da Singapore a Londra dal 15 al 28 marzo”.
Nella pratica, i passeggeri dei voli potranno prenotare i test Covid-19 in una delle sette cliniche a Singapore attraverso un portale online dedicato. In clinica utilizzeranno una loro identità digitale e le informazioni del volo per registrarsi per il test. I risultati saranno inviati loro in modo sicuro e protetto attraverso la app. I passeggeri riceveranno anche la conferma del loro status per volare. Quello status è certificato dal registro Timatic di Iata, ma non è prevista la costituzione di una banca dati, per cui la privacy sarà garantita totalmente.
Si precisa, infine, che la sperimentazione è stata condotta in collaborazione con 12 compagnie, ma senza la presenza di compagnie nordamericane. L’elenco comprende anche Qatar Airways, Emirates, Etihad, Iag, la holding che controlla British Airays e Iberia, Malaysia Airlines, Air Baltic, RwandAir, Copa Airlines, Qantas, Air New Zealand, Gulf Air.