18 Dic Multinazionali italiane nel mondo: caratteristiche e distribuzione
Per la “Collana di lavori e di ricerca”, pubblicato, sul sito del Dipartimento delle finanze, il working paper n. 9/2020, dedicato all’analisi statistica dei dati riferiti all’annualità 2016 “Country-by-Country Reports statistics – a new perspective to multinational enterprises Descriptive analysis of national and foreign MNEs with a local presence in Italy”, di Vera Santomartino, Barbara Bratta, Paolo Acciari. L’elaborato scatta un’istantanea sulla collocazione delle multinazionali che operano in Italia e di quelle italiane presenti nello scenario globale, con ricavi superiori a 750 milioni di euro.
Lo studio si basa sulla prima raccolta dei Country-by-Country Reports (CbCR) compilati dai grandi gruppi societari che operano anche fuori dai lori confini territoriali in base all’Azione 13 del progetto G20/Ocse Beps e, in particolare, sul nuovo dataset formato dai micro-dati raccolti dai CbCR.
La procedura, introdotta in ambito Ue per una maggiore trasparenza fiscale, prevede l’obbligo di rendicontazione Paese per Paese e la realizzazione di reporting all’interno dei quali le grandi multinazionali riportano informazioni su un insieme di variabili, tra cui ricavi, utili, tasse, dipendenti e beni materiali. Le informazioni sono comunicate dalle società all’amministrazione fiscale in cui ha sede la controllante capogruppo, per poi essere oggetto di uno scambio automatico con gli altri Stati in cui la compagine opera.
Riguardo alla performance all’estero dei gruppi “nostrani”, il rapporto pubblicato lo scorso 10 dicembre dal Df esamina la mappa di distribuzione delle multinazionali italiane nel mondo, mettendo in evidenza le differenze nell’organizzazione internazionale delle attività per profitti, immobilizzazioni, ricavi e addetti. La ricerca tiene conto del variare della localizzazione in base ai settori e mette a confronto le diverse scelte organizzative dei gruppi italiani rispetto a quelli esteri.
Dal rapporto emerge che la presenza delle multinazionali italiane nel panorama internazionale è relativamente inferiore rispetto a quella degli altri Stati e che l’Italia rappresenta una quota rilevante delle attività globali. L’elaborato del Mef evidenzia, inoltre, che le attività estere sono situate, principalmente, nei Paesi ad alto reddito. Negli Stati a medio reddito, invece, si concentra la presenza più rilevante di impianti produttivi e lavoratori rispetto alla localizzazione di ricavi e profitti, viceversa, gli Investment hubs sembrano assumere una maggiore importanza sul fronte dei profitti e dei ricavi rispetto a immobilizzazioni e addetti.