22 Feb restyling per la politica di promozione dei prodotti agricoli UE con fondi europei
Nel corso del 2021 la Commissione europea lavorerà alla revisione della politica di promozione dei prodotti agricoli dell’UE nel mercato interno e nei paesi terzi. Anche questi fondi europei, ribadisce una relazione indirizzata dall’Esecutivo UE a Consiglio e Parlamento, dovranno contribuire agli obiettivi della strategia Farm to fork per una produzione e un consumo più sostenibili.
La relazione offre una panoramica dell’attuazione della politica di promozione dei prodotti agroalimentari UE a partire dalla riforma del 2014 e fornisce una serie di raccomandazioni per il processo di riforma. Il giudizio complessivo sull’utilizzo dei fondi europei è positivo, in linea con i risultati dello studio realizzato da Deloitte per conto dalla Commissione europea e pubblicato nelle scorse settimane, secondo cui tra il 2016 e il 2019 i programmi di promozione hanno contribuito all’obiettivo di sostenere la competitività e il consumo dei prodotti europei.
Nel periodo considerato l’UE ha cofinanziato un totale di 279 programmi di promozione, di cui 112 destinati al mercato interno e 167 diretti ad aiutare i produttori europei ad accedere a nuovi mercati in paesi terzi, ma ogni anno le domande di finanziamento hanno superato di gran lungo il budget disponibile, confermando il grande interesse verso questo strumento da parte del mondo agricolo e agroalimentare.
La sfida per Bruxelles, ora, è rendere la politica di promozione dell’agrifood coerente con gli obiettivi UE in materia di sostenibilità tracciati dal Green deal e in particolare dalla strategia Farm to fork. E farne anche un strumento per la lotta contro il cancro.
La politica di promozione dei prodotti agricoli UE funziona
Le misure di promozione sono pensate per aumentare la consapevolezza dei consumatori sui meriti dei prodotti agricoli e dei metodi di produzione dell’UE e facilitare il riconoscimento dei sistemi di qualità e di agricoltura biologica dell’UE, attraverso attività di informazione e sensibilizzazione svolte dai produttori e dalle organizzazioni di categoria o direttamente dalla Commissione europea.
Target che sono stati centrati, secondo lo studio di Deloitte, sia attraverso i programmi di promozione e le campagne sui media realizzati dai beneficiari dei fondi europei, che mediante le misure attuate dall’Esecutivo comunitario, come le fiere e le missioni di alto livello.
Anche secondo la valutazione effettuata direttamente dalla Commissione la politica di promozione ha contribuito a migliorare il grado di conoscenza degli standard di qualità e sicurezza dei prodotti agricoli e dei metodi di produzione dell’Unione, soprattutto tramite le attività a contatto diretto con i consumatori, le reti in occasione di fiere commerciali ed eventi e la promozione dei prodotti realizzata da influencer sui social media. Le iniziative della Commissione, inoltre, hanno contribuito a facilitare l’ingresso o l’ulteriore penetrazione nei mercati extra UE.
Le raccomandazioni per migliorare l’efficacia dei programmi di promozione
Secondo entrambi gli studi vi sono margini di miglioramento, ad esempio nel sistema di monitoraggio e di valutazione degli interventi, con lo sviluppo di indicatori standardizzati, quantitativi e qualitativi, per valutare l’efficienza delle iniziative.
Secondo lo studio di Deloitte, occorre concentrarsi soprattutto sui mercati dei paesi terzi con il più alto potenziale di crescita, adattando le attività di sensibilizzazione al pubblico target, coinvolgendo opinion leader locali e combinando pubblicità tradizionale e sui social media, degustazioni, presenze in fiere e stand informativi.
Inoltre, con una maggiore condivisione delle conoscenze sarebbe possibile conseguire dei guadagni di efficienza significativi: la complementarità tra i programmi realizzati dai beneficiari negli Stati membri e le iniziative proprie della Commissione potrebbe essere aumentata, ad esempio, tramite una banca dati interna di tutte le attività che permetta lo scambio di conoscenze e informazioni e l’identificazione delle possibili sinergie.
Comune ai due studi è il richiamo alla semplificazione e all’armonizzazione delle procedure di gestione dei programmi, in particolare dei programmi semplici. Secondo la relazione della Commissione, Chafea ha fornito ai beneficiari dei fondi per i programmi multipli orientamenti più chiari in merito alle norme di gestione e rendicontazione delle sovvenzioni e ha utilizzato gli strumenti online in modo più sistematico, mentre in alcuni casi i beneficiari dei programmi semplici, in gestione concorrente tra gli Stati membri e la Commissione, hanno dovuto aspettare più a lungo per ricevere chiarimenti sulle norme.
Il processo di revisione potrebbe quindi condurre a procedure più armonizzate tra gestione concorrente e gestione diretta oppure a una modalità di gestione comune per entrambe le tipologie di programmi.
Il contributo dei programmi di promozione alla strategia Farm to fork
L’obiettivo di queste analisi è alimentare, insieme ai risultati delle consultazioni pubbliche lanciate dalla Commissione UE sul tema, di cui una aperta fino al 9 marzo 2021, il processo di revisione complessiva della politica UE di promozione dell’agroalimentare in agenda nel corso del 2021. La strategia Farm to fork, infatti, ha stabilito che anche questi programmi debbano contribuire a incoraggiare la produzione e il consumo sostenibili.
Per rafforzare il ruolo della politica di promozione nella transizione verso un settore agricolo europeo più verde, secondo lo studio di Deloitte, la DG Agri dovrebbe definire le priorità strategiche di ciascun programma di lavoro annuale tenendo conto degli sviluppi in altri settori politici dell’UE pertinenti, allineandole agli obiettivi dell’UE in materia di clima, ambiente, salute e sviluppo e in particolare ai target del Green Deal e di Farm to fork, che spaziano dalla riduzione di pesticidi, fertilizzanti e antimicrobici al miglioramento del benessere animale. I programmi di promozione dovrebbero poi dare maggiore spinta al segmento del bio, per arrivare a destinare almeno il 25% della superficie agricola dell’UE alla produzione biologica entro il 2030.
Con il programma di lavoro 2021, in realtà, la politica di promozione dei prodotti agricoli ha già iniziato a dialogare con la strategia Farm to Fork, gettando le basi per un allineamento tra le priorità strategiche di questo strumento e gli obiettivi dell’UE materia di clima, sostenibilità, salute e sviluppo: dei 182,9 milioni di euro disponibili per le attività promozionali dei prodotti agroalimentari nel mercato interno e nei paesi terzi, 86 milioni di euro saranno investiti per finanziare campagne più in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo e con la strategia Farm to Fork, in particolare per informare i consumatori sull’agricoltura biologica, sull’agricoltura sostenibile e sull’impatto del settore agroalimentare su clima e ambiente.
Le raccomandazioni che chiudono il report della Commissione insistono ulteriormente su questo tasto, individuando esplicitamente questi fondi come uno strumento centrale per raggiungere i target del Green deal. Oltre a informare i consumatori su regimi di qualità quali l’agricoltura biologica e le indicazioni geografiche, con la revisione la Commissione intende rendere maggiormente visibili anche gli sforzi sul fronte del rispetto del benessere degli animali e quelli connessi all’iniziativa dell’UE per il sequestro di carbonio nei suoli agricoli.
In più, Bruxelles punta a utilizzare i programmi per sensibilizzare i consumatori sull’importanza di passare a una dieta più ricca di frutta e verdura e di ridurre l’assunzione di carni rosse e trasformate, come contributo al piano europeo per sconfiggere il cancro.