03 Mar World wildlife day: di foreste mangiate e animali in estinzione
Si celebra oggi la giornata mondiale della natura selvatica. In questo giorno del 1973 fu firmata a Washington la “Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione, o CITES, dall’inglese Convention on International Trade of Endangered Species”, e per questo l’ONU ha voluto marcare la ricorrenza: tale giornata ha lo scopo di celebrare gli animali e le piante selvatiche del mondo.
Il tema scelto per l’edizione 2021 è “Foreste e mezzi di sussistenza: sostegno per le persone e il pianeta” (“Forests and Livelihoods: Sustaining People and Planet”). Le foreste hanno una importanza particolare per la vita dell’uomo e del pianeta. E non solo perché forniscono l’ossigeno di cui abbiamo bisogno per vivere, ma anche per gli oltre 300 milioni di umani che ricavano da esse i mezzi di sussistenza. Garantisce la diffusione della biodiversità, che è gravemente minacciata.
Per rimanere solo in Italia, un rapporto di Legambiente spiega che “Nonostante l’Italia ospiti circa la metà delle specie vegetali e circa un terzo di tutte le specie animali attualmente presenti in Europa, la sua biodiversità sta diminuendo a causa della perdita di habitat, della crisi climatica, dell’inquinamento diffuso, dell’eccessivo sfruttamento delle riscorse, dall’attività antropica e dai crescenti impatti delle specie aliene invasive.”
A rischio specie come grifone, lontra, tritone, trota mediterranea, orso bruno marsicano, delfino comune e tartaruga Caretta Caretta. Buone notizie invece per foca monaca, lupo e camoscio appenninico salvati dall’estinzione grazie a salvati dall’estinzione al programma LIFE e all’impegno delle aree protette.
L’Unione europea ha ricordato che negli ultimi 40 anni la fauna selvatica del Pianeta si è ridotta del 60% e l’IPBES ha detto che un milione di specie rischiano addirittura l’estinzione. Il rapporto ricorda che «La perdita di biodiversità e la crisi climatica sono interdipendenti e se una si aggrava anche l’altra segue la stessa tendenza e che per raggiungere i livelli di mitigazione necessari entro il 2030 è essenziale ripristinare le foreste, i suoli e le zone umide e creare spazi verdi principalmente nelle città».
Ripristinare caratteri ambientali perduti potrebbe generare lavoro e valore aggiunto per l’attività umana. Il rapporto Valore Natura diffuso dal Wwf che chiede di ripristinare 350 milioni di ettari di foreste entro il 2030, potrebbe generare benefici per 170 miliardi di dollari l’anno (circa 140 miliardi di euro).
Si tratta di una diffusa azione di rinaturazione, ovvero di ricostruzione e rigenerazione dei sistemi naturali che abbiamo distrutto, e della gestione sostenibile degli ecosistemi, detto in estrema sintesi.